A proposito della costruzione di una nuova scuola

18/12/2024

A proposito della costruzione di una nuova scuola

Ho letto della recente accesa discussione in Consiglio comunale tra l’assessore Marco Erba e il consigliere Gargantini a proposito della mancata edificazione della nuova scuola a Cernusco.

Ancora una volta si è parlato di scuola in assenza dei più diretti interessati: i presidi. E ancora una volta, almeno mi pare, di tutto si è discusso tranne che del cuore dell’attività propria di ogni scuola, l’istruzione e la formazione, o se vogliamo dirlo in una sola parola l’educazione.

Vorrei perciò da preside chiarire alcuni punti. L’educazione non può essere solo una questione di numeri demografici: è vero che le nascite calano anche a Cernusco ed è vero che le fasce in età dell’obbligo vanno diminuendo, ma la questione è un’altra.

L’Istituto Hack (numeri del Piano del Diritto allo Studio) ha 1750 alunni e 83 classi, l’Istituto Montalcini 1414 alunni e 68 classi. La media degli alunni che è possibile accogliere è di 26 per classe (all’Infanzia 26, alla Primaria 27, alla Secondaria 25): questo in assenza di alunni con disabilità. In quest’ultimo caso in tutti e tre gli ordini il numero di alunni accoglibili scende a 20, aumentabili del 10%, cioè massimo 22. Complessivamente gli alunni con disabilità nei due comprensivi sono 150 (sempre numeri del PDS), in media uno studente con disabilità per ogni classe: pertanto il numero massimo di studenti accoglibili è pari in Hack a 1660, in Montalcini a 1360. Appare quindi evidente che entrambi gli Istituti superano ampiamente il numero massimo che la norma imporrebbe loro. Come è possibile? Perché si utilizza sempre la deroga del 10% e a volte si sfora a 23 o, in assenza di alunni con disabilità, si arriva a classi di 26 o 27 alunni. Cosa che la legge consente quando un Istituto raccoglie un numero di iscrizioni che produce uno “scarto” lieve; cosa che è consentita, ma che crea situazioni molto complesse, come ben sanno i genitori e i docenti. Occorre poi domandarsi quale sia l’andamento numerico delle iscrizioni di alunni certificati: ebbene da ormai molti anni è in costante aumento. E a questo incremento si aggiunge quello degli alunni con difficoltà specifiche di apprendimento e con bisogni speciali.

Per comprensibili ragioni conosco meglio la situazione dell’Istituto Hack e su di essa mi soffermo: in piazza Unità d’Italia vi sono più o meno 34-35 aule. Di queste 31-32 sono occupate da gruppi classe: ne restano 3-4 per laboratori e aule di sostegno. Va un po’ meglio in Manzoni dopo la sistemazione dei laboratori nel seminterrato. Non è così nella modernissima Primaria Martini, in sofferenza anche per le aule costruite ai minimi termini di legge e dunque piccolissime. Montalcini e Hack rispondono ai bisogni dei propri studenti perché sono due scuole di eccellenza, considerate modelli da imitare, da una parte con la sezione musicale e il tempo prolungato, dall’altra con le classi digitali. Si tratta di scuole che i docenti e il personale ATA hanno saputo abitare al meglio creando ambienti educativi che tutti i Comuni limitrofi ci invidiano. Lo dimostrano l’afflusso da Pioltello in Montalcini, di anno in anno sempre più importante e le tante richieste da Bussero e Carugate in Hack. E sia detto tra parentesi è un diritto delle famiglie residenti fuori Comune chiedere l’iscrizione alle nostre scuole, come è facile evincere dai criteri regolamentati dai Consigli di Istituto.

Dunque, non solo di numeri, ma di eccellenza didattica dovrebbe discorrere il Consiglio comunale, di sostegno alla cornice pedagogica che i due Istituti si sono saputi dare, non soltanto di demografia. Non voglio sostenere che costruire una nuova scuola sia una necessità assoluta, ma voglio sottolineare che quello che manca è una visione complessiva della scuola cernuschese, un tentativo di governare il sistema di istruzione e formazione con spazi adeguati e nuovi, mettendo a disposizione di alunni e docenti strutture all’altezza dell’eccellenza e competenza di chi ci lavora. Certo, se è vero che si voleva costruire una nuova scuola elementare e trasferire una media nella primaria già costruita, si sarebbe fatto un errore. Ma resta il fatto che una scuola nuova avrebbe aperto alle scuole di Cernusco prospettive di sviluppo pedagogico e formativo sicuramente interessanti.

Interessanti anche per altri motivi, perché se alla nuova scuola si fosse affiancata la creazione di un terzo comprensivo con la conseguente redistribuzione delle zone di afferenza, avremmo avuto due vantaggi: Istituti meno elefantiaci e traffico decongestionato in zona via Manzoni.

Si dirà: ma il Comune si sarebbe sobbarcato debiti per 8 milioni di euro. È vero, ma sarebbero stati 8 milioni per il futuro dei più piccoli, per la loro formazione e il loro avvenire. Rettificare le proprie scelte è sempre possibile, soprattutto quando si sbaglia, ma in questo caso le motivazioni non reggono, come non reggono altri voltafaccia cui questa Amministrazione ci ha abituato: la pista di pattinaggio, per esempio, “ecologica” nel 2023, con polemiche e costi conseguenti, e tornata magicamente “tradizionale” quest’anno, per la gioia di piccoli e grandi.